
L’Università della Terza Età ha ricordato così il centesimo anniversario dell’inizio del grande conflitto
Proiezione del film di Daniele Mantegazza «Giuan ul riservista»
È la storia di un contadino gorlese (Gorla Maggiore e Gorla Minore allora erano un paese solo), che, avanti negli anni e padre di cinque figlie, viene chiamato, come riservista, a combattere nella prima guerra mondiale. Privo di mezzi – è analfabeta – e chiuso nel suo mondo attorno al campanile e al sacerdote, si fa spiegare da costui il perché della guerra e contro chi deve combattere.
Partecipa alle azioni in prima linea ed ha la fortuna, contrariamente a tanti suoi compaesani, di ritornare a casa con un animo più consapevole e con una realtà paesana che parzialmente sta mutando. Il film è stato girato con mezzi amatoriali e si è avvalso dei filmati storici e di alcune sequenze di film sulla prima guerra mondiale per le scene di guerra.
L’UTE ha donato alla videoteca comunale, per il prestito, una copia del film in DVD
Proiezione e commento del film «Uomini Contro»
È un film del 1970 diretto da Francesco Rosi, liberamente ispirato al romanzo di Emilio Lussu “Un anno sull’Altipiano” con Gian Maria Volontè e Mark Frechette. Francesco Rosi racconta la Grande Guerra dal punto di vista di chi ne ha saggiato la disumanità e l’orrore, i soldati stipati dentro a trincee in cui l’iniziale retorica della vittoria veniva meno in favore di una disciplina contraria all’umano.
Giuseppe Ungaretti (1888 – 1970) e la Grande Guerra
Tornato in Italia da Parigi allo scoppio del conflitto, Ungaretti, fervente interventista, si arruola come volontario nel maggio del 1915. Pochi mesi al fronte sono sufficienti per lasciare un’impronta indelebile sulla guerra e sulla sua concezione della vita. Abbiamo letto e commentato il travaglio del soldato di fronte l’orrore della guerra, ma la disperazione non ha il sopravvento. Alla fine con un’ultima breve lirica (Allegria di naufragi) il poeta evoca la figura di un naufrago, un superstite lupo di mare che, nonostante i rischi corsi, è intenzionato a rimettersi nuovamente in viaggio.
Di seguito riportiamo alcune delle liriche da noi prese in considerazione, in particolare quelle – ben note – caratterizzate dall’ermetismo del poeta.
Veglia
Cima Quattro il 23 dicembre 1915
Un’intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita
San Martino del Carso
Valloncello dell’Albero Isolato
il 27 agosto 1916
Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto
Ma nel cuore
nessuna croce manca
E’ il mio cuore
il paese più straziato
Soldati
Bosco di Courton luglio 1918
Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie
Fratelli
Mariano il 15 luglio 1916
Di che reggimento siete
fratelli?
Parola tremante
nella notte
Foglia appena nata
Nell’aria spasimante
involontaria rivolta
dell’uomo presente alla sua
fragilità
Fratelli
Sono una creatura
Valloncello di Cima Quattro
il 5 agosto 1916
Come questa pietra
del S. Michele
così fredda
così dura
così prosciugata
così refrattaria
così totalmente
disanimata
Come questa pietra
è il mio pianto
che non si vede
La morte
Si sconta
Vivendo
Allegria di naufraghi
Versa il 14 febbraio 1917
E subito riprende
il viaggio
come
dopo il naufragio
un superstite
lupo di mare
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